Intervento dott.Luigi Trigona – Fiera di Sant’Alessandro 2016
Intervento del dott. Luigi Trigona, Segretario Generale di Ente Fiera Promoberg
“La fortuna è ciò che accade quando la preparazione incontra l’opportunità”.
Ai tempi di Seneca, autore di questa massima, incontrare l’opportunità capace di rendere (e fare) la fortuna doveva essere un tantino più complicato, rispetto ad oggi. Tempi nei quali, i giovani laureati hanno a disposizione mezzi assortiti; rete, co-working, start-up, bandi e concorsi grazie ai quali, la “genialata imprenditoriale” che cova in un progetto, in un’idea può trovare terreno fertile.
Giulia Serafini e Mirko Roberti, venticinquenni laureati junior in Agraria all’Università di Bergamo, il terreno lo hanno trovato, e non in senso figurato, tra San Colombano e Valtesse, dove in società, hanno dato vita ad una piccola azienda agricola.
Alla base della loro imprenditoria, il progetto di far crescere e commercializzare alle porte della città, specie di frutta e di piante tipicamente tropicali, ma che possono crescere e riprodursi anche ai climi bergamaschi. Feijoa, avocado e kiwi arguta stanno pian piano maturando nel frutteto appena impiantato che, come le leggi della natura impongono, impiegherà un paio di anni prima di entrare a pieno regime produttivo.
Un’intuizione certo, ma anche un progetto di vita che sta prendendo corpo grazie al primo concorso “Diventa Imprenditore-Luberg Camp”, promosso dall’Associazione Laureati dell’Università di Bergamo, presieduta dal Cavalier Domenico Bosatelli.
La crisi della finanza ha fatto capire a tutti quanto sia importante l’economia reale. E in questo contesto l’agricoltura si sta rivelando come uno dei possibili affari del futuro. Al pari dell’acqua o dell’energia non inquinante, in un mondo a risorse limitate la produzione di ortaggi, di frutta, di cereali, o l’allevamento di mucche e pecore, se condotti con inventiva e metodi moderni, si avviano a diventare un’attività strategica. Come dire, è questa la vera «green economy». E dunque non è un caso se fra gli imprenditori si stiano mettendo in luce con le loro idee e il proprio impegno nell’innovazione i giovani e le donne, come testimoniano le diverse storie.
Fattorie didattiche, energy drink campagnoli e birra artigianale. Ma anche pasta alle microalghe e “agriturismi beauty” pensati per il benessere psico-fisico; il volto dell’agricoltura anche quella bergamasca sta cambiando e la nostra Fiera di Sant’Alessandro ne è la testimonianza. Gli agricoltori sono sempre più spesso dei “farm managers”, con una professionalità che ha trovato nel tempo nuove declinazioni per esprimersi.
Basti pensare all’agriturismo, in cui l’Italia risulta essere leader mondiale con oltre 6 milioni di presenze e un aumento del 4,1% di strutture ricettive: è anche questo un fenomeno che in bergamasca è in piena espansione.
In ogni caso, al di là delle distinzioni di genere, durante l’ultimo anno 60.000 giovani leve hanno accresciuto le fila del made in Italy di settore, spinti da due fattori sostanziali: la saturazione degli altri mercati occupazionali e la rivisitazione normativa in favore delle attività agricole. La metà dei giovani neo-agricoltori viene direttamente dalle università e non ha alle spalle un’impresa agricola familiare già avviata. Il 57%, proprio in virtù del trascorso accademico, ha scommesso su tecnologia e innovazione, ed è stato appoggiato da amici e familiari nella scelta di invertire la rotta.
Una decisione importante che, nel 78% dei casi esaminati, si è rivelata positiva e appagante. Cifre alla mano, le imprese contadine dei nuovi protagonisti si estendono su superfici che superano la media di oltre il 54%, fatturano il 75% in più e sono doppiamente portate ad assumere rispetto ad aziende analoghe già affermate.
Non solo: i pionieri della “new agricolture” fanno proseliti. Lo dimostra il boom di iscrizioni alle cosiddette “Università della terra” che, nella sola Lombardia, in cinque anni sono aumentate a livelli vertiginosi. Una crescita dell’86% nella facoltà di Scienze agrarie a Cattolica, del 47% in quella di Veterinaria e del 13% per Scienze agrarie e alimentari alla Statale di Milano.
E’ l’agricoltura e, più in generale, il sistema agroalimentare nel suo complesso ad avere il maggior potenziale per consentirci di mettere finalmente alle spalle la crisi economica. L’intero comparto produce ogni anno un fatturato di circa 300 miliardi di euro e, secondo le stime, entro il 2020 contribuirà a creare oltre 200mila nuovi posti di lavoro, di cui 50mila destinati agli under 35. In questo contesto, un contributo decisivo può venire soprattutto dalle aree interne che, con 4.185 comuni su un totale di 8.092 rappresenta il 25% del territorio nazionale.
In questo quadro confortante e pieno di aspettative si innesta la Fiera di Sant’Alessandro che registra una costante crescita di appeal commerciale ed espositivo. La Fiera di Sant’Alessandro è un grande esempio di come la piccola e media impresa italiana possono dimostrare al mondo quanto l’inventiva, la professionalità e la qualità non siano appannaggio dei grandi gruppi, ma possano scaturire dal lavoro e dal sacrificio anche di poche persone, che spesso rischiano da soli tutto quello che hanno, ma amano il loro lavoro, la loro peculiare identità, sanno stare al passo con i tempi, anzi, li precorrono, rischiando spesso ben più di quanto possano poi effettivamente sperare di ricavare.
E questo perché amano il loro lavoro, amano la propria azienda e i propri dipendenti, perché sanno di essere in fondo depositari di una missione che va al di là del mero business commerciale e del facile guadagno, tanto inseguiti in altri mondi professionali. Le difficoltà sono tante, ma i numeri che possiamo leggere ci dicono che l’imprenditorialità di questo settore che è qui rappresentato non si dà per vinta, ma accetta la sfida e lancia il contrattacco.
Ne è testimonianza l’eccellenza della filiera agroalimentare, che troverete nel padiglione A, e anche quella del comparto zootecnico che oltre ai consueti concorsi che decreteranno la regina della fiera e quella della miglior razza frisona, annovera in ambito equino – comparto che stiamo sviluppando da alcune edizioni-, la quarta edizione del Concorso Purosangue Arabi Show, con magnifici esemplari che si sfideranno in uno show internazionale.
La nostra Fiera si conferma, con questa ennesima nuova proposta, un importante evento promotore di tutto quanto ruota attorno al pianeta dell’agricoltura, consentendo anche ai non addetti ai lavori di avvicinarsi (spesso per la prima volta) a settori di grande interesse e fascino. A questo proposito, aggiungo con piacere, la gratuità d’ingresso della giornata inaugurale: un modo tangibile e concreto che testimonia attenzione al pubblico e particolare sensibilità verso i nuclei famigliari, nel segno di una festa patronale sentita e partecipata dalla Comunità Bergamasca tutta.
Bergamo, 30 agosto 2016
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