Intervento di LUIGI TRIGONA – Agri & Slow Travel Expo
Intervento di LUIGI TRIGONA
Segretario Generale di Ente Fiera Promoberg
C’erano una volta i tempi della villeggiatura, delle vacanze estive trascorse sotto l’ombrellone o a passeggiare per i sentieri di montagna per i più dinamici. Era il momento tanto atteso per staccare finalmente da una routine quotidiana di studio o di lavoro.
Le località di vacanza si preparavano, con l’avvicinarsi dell’alta stagione, ad accogliere i loro turisti, molto spesso fedelissimi che puntuali si ripresentavano ogni anno, con tutta la famiglia, per pernottare nell’albergo di fiducia a pochi passi dagli impianti sciistici, affittare il solito appartamento vicino al mare, cenare nella trattoria tipica preferita.
Il tempo della vacanza era effettivamente il momento della sospensione dell’identità e del riposo: non era tanto importante il posto in cui ci si trovava, ma ciò che contava era la distanza dal luogo di residenza e dalle abitudini di tutti i giorni, la condivisione di nuove abitudini con altri, il ritrovarsi in una nuova socialità.
La globalizzazione ha portato la competizione tra destinazioni a giocarsi non più su scala locale o nazionale, ma mondiale; la scelta non è più tra riviera tirrenica o adriatica, Appennini o Dolomiti. I consumatori, anche grazie al notevole abbassamento delle tariffe aeree, hanno a disposizione buona parte del globo per i loro viaggi.
È così che si sono create situazioni in apparenza paradossali: è molto spesso più vantaggioso trascorrere le vacanze su qualche remota spiaggia dell’Oceano Indiano piuttosto che fare una settimana bianca a tre ore d’auto da casa.
Un altro ruolo chiave nel processo di cambiamento è stato giocato dal fattore Internet. Con l’avvento del web i fornitori di servizi turistici hanno avuto la possibilità di raggiungere direttamente i consumatori finali, con progressiva perdita di potere dei canali d’intermediazione tradizionali (soprattutto in quei paesi dove gli acquisti on-line si sono diffusi più rapidamente) e con la conseguente ridefinizione dei rapporti di forza commerciale lungo tutta la filiera.
Si sta via via affermando un nuovo modo, o meglio tanti nuovi modi, di fare turismo. Se, da un lato, l’offerta turistica si sta sempre più specializzando nel servire specifiche nicchie di clientela, è la domanda stessa che richiede proposte sempre più tailor made. La vacanza, infatti, lungi dal coincidere come in passato con il tempo della sospensione dell’identità e del riposo, sta via via divenendo un momento forte di ricerca e affermazione di sé, dei propri valori e delle proprie passioni.
Se la nostra esistenza si svolge all’insegna della ricerca della felicità, forse poche cose meglio dei viaggi riescono a svelarci le dinamiche di questa impresa. Benché in maniera indiretta, infatti, i viaggi contengono una chiave di lettura del senso della vita che va oltre le costrizioni imposte da una vita dominata dal lavoro e dalle incombenze quotidiane.
Eppure l’arte di viaggiare pone una serie di interrogativi nient’affatto semplici o banali, e il cui studio potrebbe contribuire alla comprensione della felicità.
I viaggi sembrano richiedere considerazioni di ordine eminentemente pratico. Veniamo così inondati su consigli sul dove, ma poco o nulla ci viene domandato circa il come e il perché del nostro andare.
Spesso abbiamo l’abitudine di visitare tanti posti diversi in un breve lasso di tempo, costringendoci a estenuanti maratone pur di far tappa in tutti i luoghi in cui non-puoi-non-essere-stato, scattando centinaia di foto ricordo senza però avere il tempo di assaporare davvero il viaggio, senza conservarne realmente memoria.
Proprio in alternativa a questo turismo frettoloso, mordi e fuggi, questa fiera, giunta alla sua terza edizione, promuove la sua idea di turismo lento, “a passo di tartaruga”, con la convinzione che certi particolari, se osservati con la giusta lentezza, possono riservare ad ogni slow traveller inediti ed emozionanti piaceri.
Semplicemente, un modo di viaggiare diverso dal solito. Il turismo lento è una nuova visione di intendere la vacanza motivata dalla ricerca di autenticità, di un’esperienza vera, di scoperta delle bellezze, culture e tradizioni locali, e di turismo di grande qualità. Un turismo “Agri” nel senso di più aderente alla terra, al territorio, alla vera essenza della scoperta che poi è il fine ultimo del viaggio e della vacanza.
Come si fa? Cominciamo, ad esempio, con il raggiungere le destinazioni di vacanza con mezzi di trasporto diversi dall’aereo e dall’automobile, inquinando meno. Non sarà possibile per tutte le destinazioni, ma facciamo del nostro meglio. Lasciare l’auto ferma e muoversi con i mezzi di trasporto pubblico, il treno, la bicicletta, a piedi, a cavallo. Soggiorni in Bed and Breakfast, fattorie didattiche o alberghi diffusi.
“L´Italia e il suo ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – ha ribadito Dario Franceschini – vogliono dare al turismo una forte vocazione sostenibile, dando sostegno a tutte quelle attività che si realizzano sul territorio, con l’obiettivo di tutelare, salvaguardare e riqualificare in maniera innovativa il patrimonio culturale, artistico, architettonico e umano per noi e per le generazioni future. Una strategia di sviluppo, economico e sociale, che ha come fine la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico: un circuito di bellezza straordinariamente diffuso lungo tutto il suo territorio fisico, e lungo un arco di secoli di civiltà”.
Parlare di “turismo lento” quindi equivale a parlare di un turismo compatibile con il territorio e accessibile a tutti, senza ostacoli di carattere economico, strutturale, sociale, culturale.
Una nuova visione del sistema di offerta turistica e culturale per migliorare qualitativamente l’attuale modo di visitare e comprendere i patrimoni locali.
Un viaggio è, infatti, sempre una scoperta e ognuno di noi cerca qualcosa. Questo è nuovo modo di viaggiare, per conoscere cultura, territorio, persone e gusti che non ci appartengono o che desideriamo ritrovare con attività che invitano a un ritmo di vita meno frenetico.
Da ogni viaggio si ritorna così con il ricordo di qualcuno più che di qualcosa. Si ha conoscenza dei luoghi attraverso i racconti di uomini e donne incontrati lungo il cammino. Spesso si ricordano più quelli dei paesaggi.
Non è un semplice refrain alla moda affermare che il turismo è sempre più esperienziale. Chi opera in questo settore e crede ancora di essere un semplice prestatore di servizio, nella peggiore delle ipotesi (ma non è raro trovare chi ancora la pensa così), un venditore di posti letto o di pacchetti viaggio, è destinato a incontrare non poche difficoltà.
Il viaggio “ideale” è nei padiglioni di Fiera Bergamo, con Agri e Slow Travel che si propone nell’anno Internazionale del Turismo Sostenibile, una internazionalità che, attraverso vari modi e mondi, vedrà ospiti, ad esempio, la Thailandia, la Bolivia, il Marocco, la Cina e la Costa d’Avorio, la Lituania, Montenegro, Romania e Slovenia solo per citare alcuni tra i Paesi ospiti.
Senza dimenticare accanto all’internazionalità, la sostenibilità che con il cibo sarà uno dei grandi temi dell’evento. Il cibo sarà protagonista del salone in tutte le sue possibili declinazioni, formando un vero e proprio anello di congiunzione alle varie sezioni attraverso quelle che sono le riconosciute caratteristiche dell’enogastronomia e della multifunzionalità in agricoltura: sicurezza e tracciabilità, tipicità, originalità e Made in Italy, marchi territoriali.
Ben vengano allora eventi che possano sostenere e promuovere questo approccio naturalistico, fondamentali per creare una cultura rispettosa dell’uomo e dell’ambiente.
Agri Travel consegna ai suoi visitatori le molteplici opportunità del territorio. Lavorare per migliorare le offerte è un dovere delle istituzioni e degli operatori dell’industria turistica che, sinergicamente, possono concertare piani di sviluppo a sostegno dell’imprenditoria di questo comparto.
L’importante è vivere un’esperienza diversa da quella del proprio quotidiano. Anche in questo caso, Agri Travel si è rivelato antesignano e precorritore di una tendenza che segnerà il nostro futuro.
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